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Club Silencio - Stagione 2- Puntata 11 - Lars Von Trier

Club Silencio
Special Settimanale curato da Arwen Lynch
Questa settimana per l'ultimo appuntamento prima delle feste natalizie, si parla di Lars Von Trier

Se ci fosse l'amico Robydick, - ancora in pausa dal suo bellissimo e ricercatissimo blog, ma spero ritorni presto perchè per me e come per altri amici il suo blog è un punto di riferimento - avrebbe sicuramente accettato di partecipare a questo special dato che è un suo fan sfegatato.
A lui piace cominciare le recensioni ai suoi film con questa frase, C'è del genio in danimarca, ma è proprio così?
In un certo senso SI. Lars Von Trier è un fottuto genio capace di farti persino incazzare, provate a leggere la mia recensione di Antichrist e capirete cosa dico.
Il suo cinema non è di facile fruizione, avvolte irritante, altre volte scomodo, provocatorio e anche inquietante, ma capace di scuoterti come pochissimi sanno ormai fare.
Un film di Lars Von Trier è capace di spaccarti in otto e lasciarti squarciato, mutato, come se ci provasse gusto a far del male allo spettatore, per questo molti non riescono ad apprezzarlo.
O lo si ama, o lo si odia, non ci sono vie di mezzo con lui, state pur certi che non sto parlando di un autore da blockbuster, perchè non è pane per i suoi denti.
Da sempre difficile anche con i rapporti con gli attori, in molti non hanno retto la sua direzione, Bjork gli ha sputato in faccia, Nicole Kidman ha retto solo con Dogville, non so gli altri, ma di sicuro li strapazza, li fa soffrire, li calpesta, solo per avere il risultato migliore per il film, e devo dire che in effetti raggiunge sempre il risultato che vuole ottenere, anche se deve essere difficile lavorare con lui.
Poco importa, perchè è sempre stato un autore amatissimo anche qui alla fabbrica, in passato c'è stata persino una rassegna completa al suo cinema tanto per fare un esempio.




Il primo film che ho visto è stato il bellissimo Le Onde del destino, con Stellan Skarsgaard e Emily Watson. La storia di una puttana santa che per amore di suo marito si immola fino a perdere del tutto la dignità di essere umano, un film che sottolinea quanto cattiva sia l'umanità e quanto bigotta sia la società, per non parlare del bellissimo Dancer in The Dark con una bravissima e struggente Bjork, il suo miglior film? Ce ne sono tantissimi, Idioti ha veramente superato le barriere della provocazione - non per la scena dell'orgia in se, ma per la storia in cui un gruppo di persone si fingono sceme per scoprire il piccolo idiota che vive in loro e dimostrare di essere gli unici a capire la vita.
Un film estremo, forte e incredibile allo stesso tempo, facente parte del progetto cinematografico Dogma95 di cui è stato l'ideatore insiema Thomas Vintemberg e altri registi, ma Idioti è l'unico film che segue scrupolosamente le regole del Dogma95, tutti gli altri hanno trasgredito, cambiandole avvolte.
Il suo è un cinema d'autore capace di fare riflettere sui mali del mondo, mi viene in mente la trilogia della depressione, cominciando con Antichrist, ancora più estremo di Idioti perchè non si pone limiti al dolore, anzi te lo sbatte in faccia il dolore, tu o lo puoi accettare, o fare click su stop e mandarlo al diavolo, con Melancholia il discorso è diverso, qui mette in scena il suo odio verso l'umanità creando una apocalisse in cui la fine del mondo viene accettata dalla protagonista come si accetta la fine di tutto quanto, non ci sono paradigmi, o comprensione verso gli esseri umani, no, la sua è una ballata di morte che ci conduce alla fine, e non possiamo fare niente per cambiare le cose, è così stop.
Con Nymphomaniac, il sesso non è un veicolo di piacere che unisce due persone innamorate, è rappresentato in maniera meccanica sottolineando una disperazione totale incarnata dalla protagonista Jo, interpretata da Charlotte Gainsbourg l'unica attrice che ha avuto il coraggio di lavorare con Von Trier per tre volte sottolineiamolo, apparte Lauren Bacall.
Un autore che ha fatto scuola, celebratissimo nei festival cinematografici più importanti, di cui quello di Cannes che ha praticamente seguito la sua carriera fin dal folgorante esordio con L'elemento del Crimine fino all'ultimo Melancholia dove è stato cacciato - non il film precisiamo ma il regista - per le sue dichiarazioni a favore del nazismo, dichiarazioni poi smentite in un secondo momento.
Lo apprezzo molto, anche se mi fa incazzare, ma è una cosa positiva, non voglio che un regista che mi piace mi dia il contentino, deve farmi arrabbiare, imprecare, non essere daccordo in tutto e per tutto con lui, deve poter farmi dire la mia in qualunque occasione, come ad esempio Lynch ma quella è tutta un altra storia, non mi fa incazzare certo come Von Trier ma mi lascia la libertà di esprimermi nelle interpretazioni dei suoi film.
Il mio non vuole essere un confronto, ma solo un apologo su degli autori che stimo infinitamente.
Per questa settimana è tutto, noi ci rivediamo l'ultima settimana di febbraio con altre dieci puntate o undici se mi viene  lo schiripicchio di continuare dello special settimanale della fabbrica dei sogni.
E di chi parlerò? Lo scoprirete a febbraio.

  

Commenti

  1. Ci fosse un film di sto pazzoide che sia riuscito a piacermi... NIENTE, manco uno!!! Poi L'ultima sua "opera" è quanto di più osceno e orripilante abbia mai visto su uno schermo cinematografico... Billy Elliot che tira frustate ad una Milf psicopatica è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per me Lars Von Trier non esiste.

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    1. hehehe, pazienza, ma sicuro che non ti piace proprio niente niente? Guarda che Dancer in The Dark è bellissimo :)

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