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Una sconfinata giovinezza

Il dramma dell'Elzehimer diretto da un regista che vuole raccontare la storia di un imprenditore di successo, con un matrimonio invidiato da tutti, e che l'arrivo della malattia lo trasforma piano piano in un bambino.
Francesca, la moglie non riesce a capire come potrebbe aiutare quel suo povero marito, Lino, un tempo apprezzato giornalista sportivo,  che da una persona brillante si è trasformato per colpa della malattia in una persona irritante, incapace di controllare i suoi impulsi, e di fare attenzione alle parole che escono dalla sua bocca, e l'incomprensione degli amici, che non fanno che ridere mettendo in imbarazzo la moglie, che si trova costretta a soffrire in silenzio per le crisi di violenza di suo marito, che non riuscendo a frenare i suoi istinti arriva persino a picchiarla.
Possiamo dire che questa malattia è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, su un rapporto che ha subito parecchi problemi e che bene o male è riuscito a rialzarsi, nonostante non abbiano avuto figli.
Francesca di accorge che non può abbandonare il marito quando questi, a causa dell'aggravarsi della malattia, si è trasformato piano piano in un bambino.
Francesca che nutre ancora amore per suo marito, decide di non mandarlo in un istituto e di tenerlo con se, trattandolo come un figlio piccolo.
Un film intenso e toccante questo di Pupi Avati, che ha come protagonisti un bravissimo Fabbrizio Bentivoglio e quest'attore dove è saltato fuori? Davvero molto molto bravo, e un altrettanto brava Francesca Neri, in un ruolo drammatico e toccante, direi quasi materno, tenete d'occhio questa attrice che è molto brava, ma Bentivoglio in questo ruolo difficile è gigantesco.
Ok, ci sono sempre quegli snob che dicono che gli attori bravi sono altri, io vi invito a guardare questo film e poi mi dite se avevo o non avevo ragione, essendo una persona sostiene il cinema italiano di qualità direi che ci siamo, perchè questo è un film di qualità, un grande film di qualità.
Pupi Avati si conferma un autore da scoprire e da stimare, un grandissimo regista, con questo film dirige un opera drammatica che coinvolge lo spettatore senza forzarlo in facili lacrime fasulle, l'empatia che scaturisce deriva soprattutto dalla storia, che trascende una tenerezza e poi dall'istinto materno innato in noi donne, perchè questo è un film molto femminile, la compassione che prova questa giovane moglie per il proprio marito è toccante, soprattutto c'è la comprensione, che nasce dall'amore di volere stare accanto a una persona che ha bisogno di noi, non è sacrificio, è amore il motivo per cui Francesca decide di stare accanto a suo marito, anche se diventa un bambino, che lei deve accudire.
DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.




Commenti

  1. Io non amo Bentivoglio, ma qui è stato molto bravo. Anche in scialla non mi è dispiaciuto. Poi se pensiamo che passa da film così a "Tutto tutto, niente niente" ci viene da chiederci il perché...

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    1. ah si? Caspita :D ma comunque è molto bravo, dovrebbe fare sempre film così impegnati e complessi :)

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  2. Sublime, toccante , delicato....
    Da non perdere....

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