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Polisse

E' un film difficile, lo dico fin da subito. Guardare Polisse è come ricevere un pugno e uno schiaffo. La regista Maiween Le Besco, comprende le difficili tematiche che il film tratta, e cerca di essere allo stesso tempo efficace e realista.
E di realismo ne tratta fin troppo bene questo film, come ho detto prima non è un film facile, ma di sicuro si fa apprezzare per l'assoluta sincerità e semplicità con cui è girato. Un altro tassello che si aggiunge al nuovo cinema francese che è rinato dall'anno scorso? Direi proprio di si.
Il film tratta le difficili vite del corpo di polizia squadra protezione dei minori, che ogni giorno si devono imbattere in casi di difficile soluzione le cui vittime sono proprio loro: I bambini.
Bambini abusati, sessualmente, picchiati, ragazze scappate di casa, piccoli spaventati, che si vedono strappati dalle braccia della propria madre perchè non li può fare mangiare.
Si vedono i poliziotti che devono cercare le soluzioni migliori e le più indolori, per tutelare quei bambini che troppo spesso sono soli ad affrontare problemi più grandi di loro, alle prese con padri che li violentano, li picchiano, che abusano di loro psicologicamente; e non è sempre facile trovare le soluzioni più adatte. Allo stesso tempo conosciamo le loro vite, i loro amori, i loro problemi, tutti documentati da una mdp sempre presente, quasi portata a spalla da una regista vicinissima ai suoi interpreti. Maiween è una regista di talento e scommetto che risentiremo parlare di lei, la sensibilità con cui affronta questo film è disarmante, quasi palpabile, è impossibile non restarne conquistati e non commuoversi.
Un piccolo film dedicato ai più piccoli, ci voleva una regista di grande umanità per dirigere una storia del genere e Maiween ha tutte le carte in regola per riuscirci.
Maiween, che interpreta una fotografa nel film, insieme al suo compagno che fa uno dei poliziotti di cui si innamora, si perchè dentro questo film c'è anche l'amore, ma soprattutto ci sono i volti di quei bambini che devono affrontare scelte dolorose, e parlare di traumi che sono più grandi di loro. Quando dovrebbero soltanto prendere una bambola e giocarci, o una macchinina e fare le corse, questi bambini sono costretti a raccontare di abusi subiti, ma tutto questo e per far giustizia e punire i colpevoli.
Un film doloroso, spietato ma anche lucido nel raccontare il lato oscuro dell'infanzia, così come non appare negli spot pubblicitari o nei cartoni animati. E' una realtà inquietante e crudele allo stesso tempo, ed è raccontata con lucida sensibilità da una giovane regista sorprendente.
Un altro piccolo gioiello dal nuovo cinema francese, da recuperare se non l'avete ancora visto.
DA NON PERDERE.




Commenti

  1. A me piace molto il cinema francese e questo film credo che sia una delle cose migliori che ho visto quest'anno (sicuramente nella playlist di fine anno). Il problema è che parliamo tutti di cinema francese come se fosse rinato qualitativamente: in realtà in Francia si fa sempre del buon cinema, credo che il successo planetario di Quasi amici ne fa importare molti di più, anche quelli che non avrebbero qualità particolari per travalicare le Alpi....

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    1. Grazie per la dritta ;) le tue info sono sempre interessanti ^^

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  2. Sai che non l'avevo mai sentito? Interessante e tematica delicatissima... grazie del consiglio!

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