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La legge del desiderio

Almodovar firma il suo film che lo fa conoscere al pubblico italiano, nel 1987 esce la legge del desiderio, la storia è complicata ma è affascinante, protagonista un regista omosessuale al centro di un triangolo amoroso, tra Juan che ricambia il suo amore e Antonio che si rivela ossessivo e vuole avere l'esclusiva dell'amore di Pablo, ma non è tutto per completare il pacchetto arriva Tina, un tempo fratello di Pablo ora transessuale che si prende cura di una bambina perdutamente innamorata di Pedro ma che è molto attaccata alla religione, la storia del film è questa qui, Almodovar dirige questo film e nonostante vi siano scene che molti potrebbero etichettare come provocatorie, si pensi alla masturbazione iniziale durante le proiezioni del film di Pablo, esso è invece un film in cui le provocazioni non appaiono come provocazioni, ma sono un tuttuno con la storia, regalando brio, ritmo, calore, ed eccitazione, perchè è una storia passionale, caliente, inebriante, e viene raccontata con brio e felicità, tutto reso in modo talmente naturale e normale da risultare innocente e per nulla peccaminoso o pruriginoso, bravissimi Antonio Banderas e Carmen Maura, nel ruolo di Tina il trans, espediente che in futuro Pedro riprenderà nel capolavoro Parla con Lei per il ruolo di Agrado, sceglierà una donna vera.
E' un film fresco, drammatico, tutto giocato sui doppi sensi e sulla passionalità, un opera lontana dal cinismo di altre pellicole che faranno di Almodòvar il grande regista che consideriamo adesso, non è un capolavoro ma è sicuramente un piccolo grande film, il primo che tocca esplicitamente l'ambiguità sessuale e l'omosessualità ma in maniera rispettosa, facendo un film passionale e carnale, di sicuro è un opera da non perdere, soprattutto per l'originalità e la trasgressione mista a passionalità.
DA NON PERDERE.


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