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Visualizzazione dei post da maggio, 2009

L'avventura

L'avventura di Antonioni è il primo capitolo della trilogia esistenziale e dell'incomunicabilità, un film sorprendente, in cui non tutto è come sembra. In scena abbiamo Sandro e Anna, che stanno insieme, ma il loro rapporto ormai è al capolinea, decidono di fare una gita insieme a Claudia (un ottima Monica Vitti) una loro amica, va tutto bene finchè Anna non sparisce senza lasciare traccia. Il film si concentra tutto sui rapporti umani ed esistenziali, sul rimorso, sul senso di colpa per i sentimenti provati, visto che Sandro era il ragazzo di Anna, il tutto ambientato in una Noto da Cartolina fotografata in bianco e nero da Aldo Scavarda. Il film si divide in due parti, il prima e il dopo la sparizione di Anna, Antonioni, sottolinea lo stato d'animo dei suoi protagonisti, i loro sentimenti, i loro segreti e le loro bugie, la loro difficoltà a comunicare, a esprimere cio' che hanno dentro, ben presto la sparizione di Anna diventa di poca importanza per concentra

La voce della luna

Fellini, nella sua opera di congedo, ci dona forse il suo film ricco di suggestioni fiabesche e lunatiche, in scena due personaggi un maestro di scuola interpretato da uno straordinario Benigni (una delle sue migliori interpretazioni dopo quella de la vita è bella) con un altrettanto bravo Paolo Villaggio che qui si allontana dal famoso personaggio che gli ha dato la notorietà Fantozzi. Il film onirico e surreale ricorda moltissimo i primi film con il quale Fellini è diventato famoso, ho apprezzato soprattutto la magia di questo film che reputo il migliore tra gli ultimi diretti dal grande maestro di Rimini, la cosa che mi sconcerta è che ricordo alla sua uscita non ebbe buone recensioni, ieri sera vedendolo ne rimasi incantata, quasi come se questo film fosse il testamento spirituale di un autore che ha saputo donare capolavori immortali come La Dolce vita e otto e mezzo, questo film si differenzia da quelli diretti da Fellini in diverse cose, la malinconia, la speranza e soprattutto

Buñuel e l'infanzia

Mesi fa ho visto i figli della violenza di Luis Bunuel, un film che mi ha colpito innanzitutto per la differenza di stile tra i 400 colpi di François Truffaut e Sciuscià di De Sica, ma soprattutto per il mondo in cui questi ragazzi vivono ai margini della società e dimenticati dal mondo cosidetto civilizzato, protagonisti due ragazzi Jaibo, il vero duro che non esita ad usare violenza con i più deboli, e Pedro, che nonostante Jaibo, che è il leader di quella banda di teppistelli vuole uscirne fuori ma non ce la fa, non ce la fa perchè primo il suo destino per la gente che gli vive accanto compresa la madre (incapace di guardare dentro suo figlio) è segnato, secondo anche il mondo in cui vive non gli da scampo... Se De Sica (uno dei padri del neorealismo italiano) da una luce di speranza al suo film, Bunuel è molto più duro, molto più polemico, alcune scene ricordano molto Sciuscià anche se Bunuel il neorealismo non l'ha mai toccato ma anzi è il surrealismo la chiave psicanalitica

Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri

Once Were Warriors è un film che mostra, senza peli sulla lingua, quanta forza devono avere le donne nella vita matrimoniale, lo stile registico di Lee Tamahori è spietato, soprattutto quando decide di mettere in scena il rapporto conflittuale che Bess a con suo marito Jake, un uomo che gli amici chiamano la furia perchè si incazza sempre per qualsiasi motivo e distrugge tutto ciò che ha davanti. Bess proviene da una nobile famiglia Maori, e per amore di Jake ha piantato tutto e lo ha sposato, nonostante le difficoltà cerca di tenere unita la sua famiglia, anche se Jake nel frattempo ha perso il lavoro, un figlio se ne è andato via di casa, e un altro figlio è stato affidato ad un istituto perchè la famiglia non può mantenerlo. Bess deve subire le angherie e i soprusi di Jake che passa il suo tempo a bere come una spugna birra con i suoi amici al bar non interessandosi della sua famiglia e dei suoi figli come fa Bess, quando Grace l'unica femmina viene violentata dallo zio tutto p

Old Boy

Avvolte gli orientali fanno delle grandi opere, in cui ci sono scene di battaglie, samurai, guerrieri valorosi e via dicendo, altre volte fanno piccoli grandi film, di quelli che lasciano il segno, Old Boy fa parte di questa categoria, nonostante la violenza e la scena raccapricciante di quando il nostro protagonista mangia un polipo vivo (che ammetto non sono riuscita a vedere tutta) Park Chan-wook, dirige un film la cui musica straordinaria si mescola alle scene di violenza, mai gratuita anzi funzionale con la storia Choi Min-sik è lo straordinario protagonista che si vede rinchiuso in una cella per ben quindici anni, apparentemente senza nessun motivo, proprio quando è dentro la cella la moglie viene trovata uccisa e la figlia è sparita, appena esce va a cercare i suoi sequestratori che nel frattempo hanno attualizzato una specie di gioco al massacro con lui per vendicarsi di un torto subito, proprio nei giorni della sua liberazione verrà a conoscenza di terribili verità da lui comm

La fabrica dei sogni presente su film al cinema

Lo ammetto, è stata una sorpresa, oggi girando in rete ho visto qualche mia recensione e anche qualche articolo su questo sito, e ne sono rimasta entusiasta, la fabrica è un piccolo blog di una appassionata di cinema, quale sono io, ed è proprio questa passione che ha convinto e che naturalmente attira le persone, molte volte scrivo gli articoli con il cuore, avvolte ci metto anche le emozioni, e la sorpresa, di vedermi pubblicata altrove è stata grandissima, ringrazio quindi http://www.filmalcinema.com/ seguiteci spesso perchè questa estate ci saranno grandissime sorprese, un ringraziamento speciale va anche al blog http://400sognidigrandecinema.blogspot.com/ senza il quale non avrei scoperto Bunuel, Godard, etc... GRAZIE MILLE!!!!

Ladri di Biciclette

Un capolavoro, una pietra miliare nella storia del cinema e soprattutto per il neorealismo, l'onda delle pellicole che raccontavano l'italia del dopoguerra, De Sica dirige un opera fortemente emotiva, in cui non c'è giustizia per chi è povero. Interpretato da attori non professionisti per sottolineare la realtà della vita ma soprattutto la povertà degli italiani che dovevano fare i conti con la vita dopo la guerra, De Sica riesce benissimo a dirigere ladri di biciclette come se fosse una sinfonia, l'opera risulta talmente vera che colpisce al cuore alla prima visione e non riesci a staccare gli occhi dallo schermo. Il film narra la storia di un uomo onesto che vende le lenzuola per riscattare la bicicletta, che gli serve per andare a lavorare, non ha nulla, neanche il becco di un quattrino, ma solo quella bicicletta che gli consente di svolgere il suo dovere per dare da mangiare alla sua famiglia, tutti gli guardano la bicicletta, che gli verrà rubata il primo giorno d

Il Laureato

Il laureato è un film che ha fatto epoca ma soprattutto ha anticipato il '68 e la sua rivoluzione; Un capolavoro che nonostante il passare del tempo (42 anni suonati dalla sua uscita), le sue tematiche risultano assai attuali ancora oggi. In scena abbiamo Benjamin Braddock, interpretato dall'allora emergente Dustin Hoffman, un giovane appena laureato e in cerca del posto fisso che passa le sue giornate tra l'ozio e la noia, inizia una relazione clandestina con un amica di famiglia, la signora Robinson, moglie borghese annoiata, in cerca di un po' di svago, ben presto Benjamin si accorge che in quel mondo borghese, noioso e superficiale lui non si riconosce ma soprattutto non si vede... I genitori di lui sono totalmente assenti e incapaci di vedere il dramma vissuto dal figlio, che nel frattempo si innamora di Elaine Robinson figlia della donna con cui va a letto e le cose si complicano ulteriormente, Ben si trova al centro di un triangolo in cui cerca in tutti i modi d

Brivido nella notte

Un brillante esordio alla regia di Clint Eastwood, che qui nella sua opera prima dirige un giallo a tinte forti che è stato scopiazzato negli anni ottanta con attrazione fatale. In scena un deejay, la cui vita viene sconvolta da un ammiratrice schizoide con cui passa la notte ma non ne vuole sapere di essere messa da parte, Eastwood sceglie la strada dell'inquietudine per raccontare la sua storia che inizia con l'ebbrezza di un avventura passinale per poi trasformarsi in un incubo di cui solo in apparenza non si può uscire. Vedendo questo film ieri sera mi accorsi come sia stato curato nei minimi particolari, la colonna sonora è meravigliosa, tra cui spicca the first time ever i saw your face di Roberta Flack che fa da sottofondo alla scena più bella e romantica del film,quella d'amore, brivido e suspance sono garantiti, si vede che ha imparato molto dagli autori con i quali a lavorato, si vede già il clint touch come lo chiamo io, che sarà il marchio di fabbrica dei suoi

Io e Annie

Un film che ha fatto epoca, non solo per le scene comiche, (da antologia quella del cartone animato fatta dallo stesso disegnatore di Mr. Magoo) ma anche per il rapporto problematico di una coppia lei proviene da una famiglia benestante ma antisemita, e si innamore di Alvy che è un ebreo, tutti e due sono problematici nevrotici e con diverse aspirazioni e desideri ma soprattutto non possono fare a meno dell'analista... Un film che è un omaggio a Diane Keaton vero nome Diane Hall che allora era la compagna di Woody Allen, tra sorrisi e citazioni cinematografiche ci regala la love story più nevrotica e incasinata della storia del cinema anzi la più complicata direi... In un flashback troviamo la nostra coppia e vediamo l'inizio della loro tenera love story, tra battute sarcastiche (vedi la cena con le rispettive famiglie) e scene ironiche sul modo di pensare di ognuno di loro, non manca il grande amore di Allen per il cinema di Ingmar Bergman vero e proprio mentore e avvolte pun

The Truman Show

The truman Show è uno degli ultimi capolavori del secolo scorso, diretto da un Peter Weir in stato di grazia è la storia di Truman Burbank interpretato da un magistrale Jim Carrey che finalmente passa al cinema serio che inconsapevolmente non sa che la sua vita è uno show tv seguito da milioni di persone in tutto il mondo sin da quando era appena nato...come una lunghissima soap senza un copione preciso e qui Peter Weir ne fa una geniale metafora sulla vita e sulla natura del genere umano talmente teledipendente da oltrepassare ogni limite facendo della vita di un essere umano uno show... La cosa che più stupisce di questo film, è il comportamento di chi sta accanto a Truman, sono consapevolmente attori che interpretano una parte, ognuno ha un ruolo preciso e lo recita, quando finalmente capisce che qualcosa non torna, guardandosi intorno si chiede chi sia veramente sincero con lui e chi recita, il suo è un risveglio quasi traumatico dopo aver visto un lampione cadere dal cielo c

Veronika Voss

Ammetto che è il primissimo film che vedo per intero diretto da Fassbinder, devo dire che mi ha sorpresa sotto diversi punti di vista, in primis racchiude il fascino di pellicole della grande hollywood, curatissimo nei particolari come le scenografie e i costumi e naturalmente l'ambientazione. Veronika Voss è un attrice che negli anni della seconda guerra mondiale era una diva, finita la guerra è finito anche il successo e ora si ritrova vittima di una psichiatra che la tiene rinchiusa in ospedale con una cura a base di morfina e psicofarmaci. Fassbinder ci dona il suo personale viale del tramonto tedesco, se nel capolavoro di Wilder l'attrice dimenticata passava dal muto al sonoro Veronika passa tra il cinema classico al cinema moderno, (non si contano gli omaggi alla nouvelle vague) il film è come una lunga ballata di morte che non concede redenzione, già sin dai titoli di testa lo spettatore assiste alla proiezione di un film con protagonista Veronika dopo un po'

Happy Together

Non sempre l'amore accetta ciò che ci aspettiamo da lui, è quello che prova La Yu-Fai (Tony Leung) che intraprende un viaggio in argentina per cambiare vita... Più che una storia d'amore sembra la fine di un amore, Kar-Wai fotografa i due protagonisti mescolando colori e bianco e nero, luci e ombre, felicità e tristezza, quasi come fosse un quadro in cui attraverso la fotografia lo spettatore assiste ai sentimenti ormai terminati dei due protagonisti, si ha l'impressione che le immagini prendano il sopravvento nella narrazione della vicenda, forse lo rendono un po' pesante, quasi come se il regista fotografasse la vita dei loro protagonisti per spiattellarla sullo schermo cinematografico, ma non si può negare il fascino con cui egli fotografa il suo film, che sia originale? Perchè no... Il film resta un opera straordinaria dal punto di vista registico, ma appare soffocato per quanto riguarda i personaggi e la loro storia...ma soprattutto non lascia spazio ai sentimenti

Vaghe stelle dell'orsa

E' il film più oscuro diretto da Luchino Visconti, che qui ci prende per mano accompagnandoci verso gli oscuri segreti di una famiglia "per bene" dell'alta borghesia di Viterbo. L'incipt apparentemente sembra non avere collegamento con l'intera storia, assistiamo a un party esclusivo che Sandra e suo marito Andrew stanno dando a casa loro, per poi addentrarci nell'oscurità...Sandra interpretata da una rigogliosa Claudia Cardinale, torna nella sua città natale in occasione di una cerimonia dedicata a suo padre un ebreo morto in un campo di sterminio durante la seconda guerra mondiale, il suo ritorno sembra quello di una donna che deve fare i conti più che con i suoi fantasmi con i suoi demoni interiori, certe porte in quella splendida ma tetra magione devono rimanere chiuse, serrate, in modo da non permettere agli estranei di carpirne i misteri... Ma non è tutto, con l'arrivo di Gianni (interpretato da Jean Sorel, già visto in bella di Giorno di Bunuel