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Bande a part - di Jean-Luc Godard

«Ora potremmo aprire una parentesi sui sentimenti di Odile, Franz e di Arthur...ma è tutto così chiaro! E allora chiudiamo la parentesi e facciamo parlare le immagini. »
Inizia così una delle pietre miliari della Nouvelle Vague, il film che è stato fonte ispiratore di registi come Bernardo Bertolucci per The Dreamers e Quentin Tarantino per Pulp Fiction (vedi la scena del ballo tra John Travolta e Uma Thurman, ma soprattutto fate attenzione all'inizio, quando i protagonisti parlano in macchina) ed ha ispirato il nome per la sua casa di produzione A band a part.
Il film è la storia di due ragazzi Franz e Arthur che a un corso d'inglese fanno conoscenza con una ragazza Odile (Anna Karina, l'allora moglie di Godard) Godard mette in scena il classico triangolo sentimentale, ma questa volta è velato di noir, perchè Odile dice loro che la zia nasconde dei soldi nell'armadio e convincono la ragazza a partecipare al colpo, ma non tutto fila liscio come dovrebbe, Godard mette in luce sin dall'inizio con le parole che vi ho descritto i sentimenti che vengono nascosti dalle reali intenzioni dei protagonisti, il tutto viene descritto prima e dopo il furto, dall'effervescente spensieratezza dell'incontro, al ballo al locale, alla corsa al museo del louvre, fino alla corsa per nascondersi dopo che il furto ha avuto luogo, Godard sceglie la strada del dramma come se i suoi protagonisti stessero facendo una discesa agli inferi senza possibilità di salvezza, la genialità della pellicola sta nel crescendo di tensione che anticipa il cinema di Scorsese e di tanti autori che con la Nouvelle vague hanno tratto ispirazione per la loro carriera.
Il tutto giocato tra la causa e l'effetto, alla fine quello stesso furto non darà la felicità che si aspettano...
A differenza di Jules e Jim dove a prevalere erano i sentimenti di una storia d'amore, qui a prevalere è l'avidità di un gioco che all'inizio unisce il trio ma alla fine li separa, non c'è possibilità di salvezza nè di redenzione.
Pellicola pessimistica ma di gran fascino nonostante siano passati più di quarant'anni dalla realizzazione, in italia non è mai uscito, si trova sottotitolato ed è una fortuna possederlo e collezionarlo.
CAPOLAVORO.


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