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L'occhio che uccide

E rieccomi qui, questa sera abbiamo ooooh....un capolavoro, uno dei must da non perdere assolutamente.
Si tratta di L'occhio che uccide in originale Peeping Tom, diretto nel 1960 da Michael Powell.
E' uno di quei film che bisogna aver visto almeno una volta nella vita. Se sei un cinefilo non puoi perderlo...punto.
Un titolo da possedere e da avere senza ombra di dubbio, primo perchè abbiamo come protagonista Mark Lewis un uomo ossessionato da traumi infantili legati a delle sperimentazioni che faceva il padre su di lui: trasformandolo in una cavia da laboratorio per filmare la sua paura.
Questo fa si che il giovane sperimenta lo stesso orrore su altre inconsapevoli vittime. La sua ossessione di guardare, di catturare il terrore e la paura nelle sue vittime lo spinge poi ad ucciderle.
Una donna che vive vicino a lui si innamora, sua madre cieca sospetta, ma non verrà mai a scoprire che è lui l'assassino.
L'ossessione omicida di Mark, si spinge talmente in fondo che sarà capace di assorbire la sua vita, fino al terribile finale, che non vi spoilero.


Michael Powell dirige un film in cui l'orrore e la paura sono eventi mirati solo all'attimo in cui l'assassino colpisce la sua vittima con la sua cinepresa.
Ed è proprio l'arma del delitto a venire impressa nella memoria dello spettatore, evitando qualsiasi immedesimazione, qualsiasi stato empatico durante gli omicidi.
Qui c'è un uomo, ossessionato da degli esperimenti che venivano fatti dal padre, che voleva studiare la sua paura filmandolo con la sua cinepresa.
Quella cinepresa diventerà la sua ossessione, che lo inghiottirà senza dargli possibilità di redenzione, senza una via d'uscita nulla!!
Non servirà cercare di avere una vita normale.
Il protagonista è un uomo disturbato, uno psicopatico, talmente ossessionato da non riuscire ad avere un identità propria; Michael Powell ce lo presenta in maniera schietta e precisa, sempre ben vestito, ben pettinato, non c'è nulla all'inizio che lascia presagire la sua psicosi, soltanto quando lo spettatore assiste agli omicidi riflettendo la cinepresa onde fare assistere alla stessa paura che lo ossessiona, assistiamo alla sua malattia, alla sua psicosi, ed è allora che capiamo che abbiamo davanti un uomo disturbato.
Il film è disturbante, un thriller di quelli che non si dimenticano facilmente, un grande grandissimo capolavoro.
Imperdibile.
Voto: 10


Commenti

  1. Capolavoro che ha dato materiale a moltissime tesi di laurea sul cinema ;-) Cheers!

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