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Good Night and Good Luck

Good Night and Good Luck racconta del giornalista che mise fine con il suo programma alla caccia alle streghe comuniste del senatore McCarthy negli anni sessanta, e soprattutto della guerra fredda, oltre delle problematiche legate a giochi di potere che avevano paura del potere della televisione che entra nelle case degli americani, e attraverso questo mezzo che George Clooney con il patrocinio di Soderbergh, dirige la sua opera seconda, dove la televisione non è vista come mezzo per edulcolorare la realtà, ma come mezzo per la libertà e la verità, e per porre fine a una persecuzione che ha messo al bando chi era comunista o aveva solamente simpatie di tale ideologia politica.
La libertà di espressione e di parola racconta quello che non piace che la gente sappia, ed è fastidiosa per chi esercita il potere, ne abbiamo un esempio in italia, dove un imprenditore come Berlusconi proprietario di un impero mediatico diventa presidente del consiglio, ma questa è un altra storia.

Il giornalista in questione si chiamava Edward R Murrow, e attraverso il canale CBS, denunciava le accuse avvolte totalmente infondate, altre volte inventate di sana pianta, solo per semplici sospetti filocomunisti, di onesti cittadini che rischiavano il posto di lavoro, e avvolte persino la loro dignità.
Nonostante le accuse, le minacce di morte, e il rischio di perdere il suo stesso lavoro, come accadrà a un collega che mancava poco ad ottenere la pensione, perde il posto e si suicida per la vergogna, attraverso il programma televisivo del martedì sera See it Now, che fa conoscere ai cittadini la gravissima mancanza di libertà a cui l'america stava rischiando di trovarsi, grazie al supporto del suo amico e produttore Fred Friendly, continua la sua campagna di denuncia per far terminare il fanatismo legato al maccartismo e liberare l'america da questa assurda caccia alle streghe.

Murrow è interpretato da David Strathain qui davvero straordinario, Clooney si regala il suolo di Friendly per raccontare quello che secondo me è il suo miglior film da regista.
Un piccolo capolavoro potrei definirlo, che racconta senza peli sulla lingua il potere televisivo che smaschera il potere politico, senza paura e senza alcun timore, rischiando il tutto e per tutto per far conoscere alla popolazione il marcio di una ideologia pericolosa e sbagliata, che stava cancellando piano piano i principali diritti degli individui: cioè quello di scegliere liberamente le proprie simpatie politiche, nessuno deve dire a me o a voi per chi devi votare, e questo è un diritto inviolabile della libertà umana.
Voto: 8


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