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La casa dalle finestre che ridono

E' uno dei primi film diretti da Pupi Avati, che ad inizio carriera si dilettava a dirigere opere di genere, alla sceneggiatura ha partecipato pure Maurizio Costanzo, che l'ha scritta con il regista, suo fratello e Gianni Cavina, che nel film interpreta Coppola, il taxista alcoolizzato.
La storia è incentrata sul  restauro di un misterioso quadro che racchiude un agghiacciante segreto, a praticare il restauro è un giovane, che arriva nella piccola cittadina completamente ignaro di tutto, e infatti appena comincia a restaurare il quadro, cominciano degli strani delitti, a cui nessuno sa dare una spiegazione precisa, forse l'unico che sa tutto è proprio Coppola, ma nessuno lo prende in considerazione perchè è un alcoolizzato e ritenuto mezzo matto, mentre il restauro prosegue alcuni inquietanti indizi lo portano sulla strada giusta anche grazie a Coppola, di cui Stefano - interpretato da Lino Capolicchio che è il restauratore del quadro - da ascolto, piano piano, le carte verranno scoperte, fino a scoprire una macabra quanto agghiacciante verità, anche grazie agli appunti trovati in albergo dal suo amico Antonio, dove si fa luce sulla morte del pittore Legnani, quello che ha dipinto il quadro che sta restaurando e il suo tremendo segreto legato a una casa raffigurata con labbra grottesche sorridenti, quale segreto è racchiuso dentro quella dimora? Stefano lo scoprirà non appena persino Coppola verrà fatto fuori, quando anche la sua ragazza viene rapita, ma chi è che commette questi orrendi delitti? E per quale motivo?
Un film immenso, uno dei capolavori del cinema horror italiano, che risulta ancora oggi fresco e per nulla datato, frutto dell'astuzia di una sceneggiatura scritta benissimo che sa dosare bene la suspance non rivelando niente allo spettatore, affinchè egli stesso possa scoprire le pedine del domino a una a una, man mano che va avanti la storia, io l'ho visto da poco e ne sono rimasta profondamente colpita, la qualità della regia è quella di chi sa come raccontare una storia al pubblico, e lo fa, con una semplicità disarmante, come se Pupi avati con la sua macchina da presa gioca a nascondino con il pubblico e con la sceneggiatura lo invita alla partita di chi scopre le carte in tavola, è comunque un opera immensa che non sfigura affatto tra i grandi film italiani di sempre e si parla di un film  uscito 36 anni fa.
E' un film che è invecchiato bene e si nota dalla grande padronanza con cui il regista riesce a creare tensione nello spettatore, un abilità che sicuramente uscirà anche da altre pellicole di Avati, le devo cercare, perchè è un autore che mi stuzzica il palato, e quando è così state pur certi che troverete altre recensioni.
In questo film non è tutto come sembra, e si può facilmente cadere nei facili tranelli che il regista pone dentro la storia, ma è un gioco a cui ho partecipato volentieri e che mi ha sorpresa catapultandomi in una storia di puro terrore che riesce a tenermi con la corda tesa.
CAPOLAVORO.


Commenti

  1. da molti considerato il miglior thriller/horror italiano e non posso fare altro che concordare. un vero capolavoro!

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  2. non ero mai riuscita a vederlo, finalmente lo scorso anno l'ho trovato e confermo, mi è piaciuto tantissimo.

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  3. Era piaciuto molto anche a me soprattutto per il contrasto genere/ambientazione abbastanza inusuale.

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  4. si è un film particolare, che ti coinvolge dall'inizio alla fine, e non sono molti i film del genere che riescono a colpirti come questo film ^_^

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