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La Sposa in nero

Ci sono molti modi per apprezzare un opera di Truffaut, tra quello in cui ti perdi in un suo film, al modo superficiale, al modo che uso io, ovvero con attenzione di particolari.
Non è la prima volta che vedo la sposa in nero, l'ho rispolverato per poter fare una recensione fresca e immediata, dato che sto finendo di recensire il suo cinema con una monografia non ufficiale, quindi libera, bene parliamo del film, per altre cose si usano altri salotti più consoni.
Con la sposa in nero Truffaut rende omaggio a uno dei suoi registi preferiti, Alfred Hitchcock, da sottolineare uno dei registi cardine che hanno fatto da guida agli autori della nouvelle vague francese, gioca ai rimandi del suo cinema e lo si nota, scena dopo scena, la protagonista è una donna, che il giorno del matrimonio rimane vedova, perchè proprio quando esce dalla chiesa, uccidono l'uomo che amava e che ha sposato, non esiste nessun altro che possa prendere il suo posto, nella sua mente  e nel suo cuore, una volta individuati i colpevoli, un gruppo di uomini che cazzeggiava giocando a carte e tanto per passare il tempo e buttare via la noia hanno deciso di sparare col fucile, e la vittima è il malcapitato sposo, ucciso per un colpo di fucile sparato per errore, quindi una volta individuati, si mette alla loro ricerca e li fa fuori, a uno a uno, usando qualsiasi mezzo consono o non consono, qualsiasi cosa per vendicare la morte dell'uomo che amava.
Truffaut per una volta disegna un ritratto di donna forte e consapevole di se, interpretata da una straordinaria Jeanne Moreau, che ritorna a lavorare con Truffaut dopo il bellissimo Jules e Jim il suo è un personaggio di donna tenace, che sa già cosa deve fare e soprattutto COME lo deve fare, il tutto questo è sottolineato da un soggetto tratto dal romanzo di Cornell Woolrich accreditato come William Irish, la sposa in nero è un noir, a tinte forti, ma anche molto sottile, quell'omicidio accidentale, forse commesso con troppa leggerezza, incatenerà coloro che lo hanno commesso, in una spirale che li inghiottirà tutti, non c'è possibilità di redenzione, è semplicemente una conseguenza, al loro gesto, e loro la devono affrontare, come in tutte le cose della vita, ciò che fai comporta delle conseguenze, più o meno gravi, ma in questo caso la morte busserà alla loro porta, Julie che è una donna intelligente, sa come deve affrontare i colpevoli, conosce le loro debolezze, e gioca con loro, li fa sballare, come nella scena in cui fa ubriacare il secondo colpevole, dopo aver messo il veleno nel vino, al primo con la scusa della sua stola che si è impigliata lo invita a raccoglierla e lo spinge dal settimo piano, un altro ancora lo rinchiude in uno stanzino al buio e via di seguito, è interessante constatare che a causa di un omicidio che è stata la scintilla vagante, si scateni una tale rappresaglia nella psicologia di una donna da rasentare l'ossessione, si perchè qui stiamo parlando dell'ossessione della vendetta, di avere una rivalsa per la morte di una persona amata, in un certo senso Julie, non vuole che la passino liscia le persone che hanno commesso quel delitto, e allora decide di farsi giustizia da sola, a modo suo, e Truffaut, è così bravo a descrivere il mondo dorato della loro vita, gli amici, le fidanzate, le mogli, è tutto "perfetto", mentre il mondo di Julie è andato a farsi friggere, i suoi sogni e la sua felicità sono andati distrutti, perchè allora devono continuare tranquilli e sereni a godersi la vita?
Truffaut vuole che lo spettatore comprenda le motivazioni di Julie, che li accetti, e che non giudichi superficialmente col dire non è giusto perchè la legge può fare giustizia, è una motivazione comprensibile, lui scava nel profondo e nella sua psicologia, non vuole che tu giudichi, vuole che tu ti metti nei panni di Julie.
CAPOLAVORO.




Commenti

  1. Bellissimo film!
    La protagonista è straordinaria e ogni "capitolo" della storia viene esposto perfettamente. La grande vendetta di Julie.
    Grande Truffaut.

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