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Visualizzazione dei post da giugno, 2009

Un Borghese Piccolo Piccolo

Un film che racconta che per costruire ci vuole una vita intera, ma per distruggere basta un attimo, Alberto Sordi, grandissimo nel ruolo di Giovanni Vivaldi, un impiegato al ministero, che ha il figlio da sistemare, tra poco dovrà fare un concorso per entrare anche lui al ministero, suo padre si prodica in tutti i modi possibili per aiutarlo, ma l'imprevedibilità del destino cambia le carte in tavola, Mario muore ucciso dalle pallottole di un fucile di un delinquente il giorno stesso del concorso, mentre passeggiava con suo padre, che data l'inaspettata mossa del destino non si accorge di nulla, perchè è stato un imprevisto che ha mandato in parole povere a p*****e tutto l'aiuto per suo figlio, la cosa che fa veramente indignare è che lui per aiutarlo ha fatto qualsiasi cosa, pure entrare in massoneria, basta un urlo di una donna che ha visto l'accaduto per accorgersi del corpo ormai senza vita del figlio, da quell'evento tutto cambia in famiglia, la moglie smette

L'albero delle Pere

L'albero delle Pere è la storia di un adolescente, Siddarta un ragazzo come tanti, chatta in internet, va a scuola, nel tempo libero suona la chitarra con un gruppo di amici, sognando il futuro in una band, tutto crolla quando sorprende la sorellina domitilla con in mano una siringa da insulina trovata nella trousse della mamma (una coinvolgente Valeria Golino), la bimba porta l'ago al nasino per sniffarla ma accidentalmente si punge...è l'inizio di un incubo più grande di lui, cerca in internet una possibile soluzione al suo problema, la trova, ma far fare le analisi alla sorellina costa l'approvazione dei genitori, genitori che ahimè sono talmente assenti, tutti presi a rinfacciarsi i problemi personali per capire che Siddarta è solo un ragazzino, non dovrebbe portare sulle spalle un peso così grande, lui è l'unico che capisce che deve aiutare la sorellina, infatti non chiede aiuto ai padri, uno (interpretato da Sergio Rubini) che porta dentro di se un rancore p

Au Hasard Balthazar

Un film che mi ha trasmesso angoscia, tristezza, Bresson è ai limiti del pessimismo, dirige un film e sceglie come protagonista un asino, simbolo d'innocenza che viene battezzato da due bambini che da piccoli fanno un piccolo patto d'amore, già dall'inizio le immagini in bianco e nero sembrano quadri nitidi in cui lo spettatore può guardare estasiato soprattutto la scena dell'altalena, se c'è un autore che ha saputo dipingere l'animo umano e a mostrare la verità nuda e cruda quello è Robert Bresson, non ci sono sorrisi, non ci sono emozioni, zero, solo la testimonianza visiva di un povero animale che in silenzio assiste ai mali del mondo senza poter aprire bocca, senza poter dire la sua ma soprattutto senza poter piangere o urlare. Un vero pugno nello stomaco che per gli spettatori abituati a film di lacrima facile, lo sconsiglierei per vari motivi, prima di tutto è un film d'autore (e Bresson lo era) come in Mouchette lui racconta il male di vivere ma h

Miracolo a Milano

Ci sono solo due parole per descrivere questo film, semplicità e ottimismo, dopo Ladri di Biciclette e Umberto D che sono film drammatici poco fa ho finito di vedere Miracolo a Milano. La cosa che colpisce di questo film è che i barboni che non hanno nulla dalla vita, riescono ad essere felici solo con piccole cose, che persone altolocate e con i soldi si stupirebbero di trovare, eppure loro con la loro umiltà riescono a far festa, a sorridere e a vivere in un mondo incapace di tollerarli, una fiaba, che dovrebbero vedere sia grandi che piccini per gustare il sapore di cose antiche e sconosciute ma ancora attuali, cos'è la felicità? Un sorriso, una canzone che i nostri protagonisti cantano allegramente tenendosi per mano, oppure la consapevolezza che buongiorno significhi davvero buongiorno? In teoria è un film che mi ha trasmesso gioia, no una gioia qualsiasi, non divertimento, perchè fa anche pensare, ma una gioia mai provata, un attimo fuggente che mi ha colpita come mai prima d

Una Moglie

John Cassavetes, firma il ritratto di una famiglia in crisi, anzi di una moglie in crisi, una donna psicologicamente fragile, magistralmente interpretata da una Gena Rowlands in forma smagliante. Mable, non riesce ad essere una moglie servizievole, il clima familiare la sottopone a una vita di continui silenzi e sottomissioni, la mancanza di comunicazione con il marito fa andare in tilt il suo già precario equilibrio psichico, che la porta ad uscire la sera e a portarsi sconosciuti, in casa, ad urlare senza motivo e ad aggredire la gente, il marito dopo un po' capisce che qualcosa non va e allora tenta in tutti i modi di aiutare la sua donna, fino a rinchiuderla in un ospedale psichiatrico in cui forse la situazione si risolverà... Cassavetes disegna il ritratto di una donna e della sua solitudine nella famiglia, avvolte il riuscire a dire le parole giuste e capirsi fa meglio di qualsiasi terapia psicologica o psichiatrica, ed è proprio in questo che si concentra Cassavetes, anche

Salò e le 120 giornate di Sodoma

Un film eccessivo, sperimentale, disturbante ma soprattutto impressionante, assistere alla visione di Salò e le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo pasolini è stata sia una sorpresa (avevo paura di non riuscire a vederlo tutto) che una esperienza, infatti ho deciso di vederlo solamente ma non di collezionarlo. Un opera senza mezze misure, o la si ama o la si odia, e comunque è difficile dire dopo la visione se la si ama sul serio, assistere ad atti di coprofagia, sodomia, sadismo è un esperienza davvero disturbante, la cosa che ha reso grande il film è il fatto che nulla è volgare o gratuito, anzi diventa una metafora sulla demolizione del potere e dell'essere umano trasformato in bestia senza alcuna dignità. Forse Pasolini aveva anticipato cio' che accade oggi nella nostra società, il potere rende gli esseri umani schiavi del potere, le sconvolgenti scene di coprofagia sono davvero impressionanti, come gli atti sessuali che nel film vengono consumati anche a gruppi di due tr

Delicatessen

Goliardico, comico, assurdo, tragico, un film che riesce ad ipnotizzare lo spettatore divertendolo, nonostante la strana abitudine degli abitanti del palazzo, che attirano giovani per ucciderli e mangiare un po' di carne...si ride, ma soprattutto mostra quanto sia fuori di testa la razza umana, si il film ritrae figure di esseri umani tragicamente comici, lunatici, che non sospettano neanche che sotto la loro casa vi sia un macellaio assassino che lavora solo la notte. C'è la donna che tenta in tutti i modi di suicidarsi, c'è la bellona i cui ragazzi le rubano le mutande, c'è la vecchina che lavora perennemente a maglia, ma c'è anche una coppia - l'unica normale - che si innamora... Attenzione alla scena cool del film, arriva verso il primo quarto d'ora, tutto il palazzo partecipa come una orchestra al ritmo di un amplesso con gli strumenti che usa in quell'istante, chi suona, chi batte i panni, chi ripara le lampadine etc...comicissima impossibile non