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La Grande Abbuffata


Nell'italia perbenista degli anni settanta esce un film scandaloso, ma più che scandaloso direi che è un film critico nei confronti del consumismo, nel mostrare l'uomo travolto dai suoi istinti primordiali, sia per quanto riguarda il cibo che il sesso, e, uscendo nei primi anni settanta ha suscitato scalpore, infatti a cannes è stato fischiatissimo, nonostante ciò il film è un opera maiuscola, interpretato da quattro grandi attori, quali Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Michel Piccoli (ma guarda anche michel, vi ricordate l'anno scorso in estate?) e anche Philip Noiret, due attori italiani e due francesi in un film superbo, un capolavoro diretto con maestria da un Marco Ferreri in forma smagliante, (autore interessantissimo presto parlerò di lui e approfondirò l'argomento ovviamente) ma dentro c'è anche tutta la tristezza della vita, delusioni frustazioni, insicurezze, solitudini di questi quattro amici che stanchi ormai di tutto decidono di "suicidarsi" mangiando a più non posso, a loro si uniranno un gruppo di prostitute e una maestra che li accompagnerà fino alla fine, restando ovviamente sola con il cane.
Ferreri mostra tutto con sorprendente ironia, ma una ironia cattiva, ci mostra i nostri protagonisti (che si chiamano ovviamente con i nomi degli attori) Marcello Mastroianni fa il verso a il bell'antonio, uomo che ormai diventato impotente cerca di farcela a tutti i costi facendo l'amore con delle prostitute e per ultimo anche con la maestra che ha incrociato il suo destino in quella villa dove sono riuniti tutti per caso.
E in sottofondo si ode sempre la stessa melodia, non ci sono altre musiche in questo film, come per fare notare allo spettatore la mancanza di novità e di una speranza per andare avanti, lirico, triste magistrale sorprendente.

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